Gli integratori, si sa, sono ormai diventati parte insostituibile della dieta di molti di noi. Magnesio, potassio, vitamine del complesso B, acido folico e chi più ne ha più ne metta.
Ma faranno davvero bene? Serviranno a qualcosa?
Le opinioni scientifiche in merito si sprecano; in attesa di capire di più possiamo iniziare ad “integrare” sostanze benefiche mangiando erbe selvatiche. Tarassaco, cicoria, ortica, silene, asparagi selvatici, spinaci di monte… sono moltissime le piante commestibili (e anche molto buone!) che crescono nei prati e nei boschi attorno a casa nostra. Le nostre nonne, o bisnonne, le conoscevano e le consumavano rinnovando l’insieme di un bagaglio di conoscenze antico quanto l’uomo. Ad oggi abbiamo perso molto di quel bagaglio, spazzato via dalla chimica e dall’industria che hanno imperato negli ultimi decenni.
Erbe selvatiche come integratori
Alcuni ricercatori però si stanno concentrando proprio su quelle umili erbe per il loro contenuto di polifenoli, antiossidanti, vitamine, fibra che possono senz’altro aiutarci a migliorare la nostra salute. Il consiglio è quindi quello di partecipare ad un corso di riconoscimento (ce ne sono ormai molti in tutta Italia), procurarsi un buon manuale e avventurarsi alla ricerca di questi portentosi vegetali. Occhio però a raccogliere solo quelli di cui siete veramente sicuri!